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Ed Ruscha
Clock, 1968
Signed and dated lower left: "E. Ruscha 1968".
Gunpowder on paper, 36.2 x 58.1 cm.
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Created in 1968, Ed Ruscha's lush and evocative ‘Clock” is an example of one of his most famous and fascinating works, the gunpowder ribbon drawings created between 1967 and 1970. Suspended just above the paper, 'Clock' is written in letters like floating materialised pieces of paper or ribbons of stiff paper. These enigmatic paper words have no real-world corollary, belonging instead to the realm of Hollywood cinematography or illustration.
Considered as a group, the gunpowder tape drawings are well known as “one of Ruscha’s most important bodies of drawing,” (L. Turvey, Edward Ruscha: Catalogue Raisonné of the Works on Paper, Volume 1, 1956-1976, New Haven, 2014, p. 23), offering the opportunity to discover a more intimate side of the artist’s research, where ‘Clock’ remains a particularly significant example and visual manifestation of Ruscha's statement: “I like the idea of a word becoming a picture, almost leaving its body, then coming back and becoming a word again” (E. Ruscha, quoted in L. Turvey, ibid., p. 39).
The letters hover just a little above the paper support, where thin shadows suggest that they have been illuminated by an unknown light source, strangely bright even though no perceptible light is present. The letters fill the part of the rectangular sheet, arranged slightly diagonally as if seen from a strange perspective. This dramatic horizontality became an aspect of some of Ruscha's most important works of this period.
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Ed Ruscha poses with several of his Gunpowder Ribbon Drawings, New York, 9 December, 1967. Image: Getty Images. © Ed Ruscha. -
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Realizzato nel 1968, il raffinato ed evocativo "Clock" di Ed Ruscha è un esempio di una delle sue opere più famose e affascinanti, i disegni “ribbon word drawings” reallizzati con la polvere da sparo, creati tra il 1967 e il 1970. La scritta "Clock", sospesa appena sopra il foglio, appare come fatta di frammenti o di nastri di carta rigida, materializzati e fluttuanti. Queste enigmatiche scritte non hanno un corollario nel mondo reale, appartenendo invece al regno della cinematografia o dell'illustrazione hollywoodiana.
Considerati come un gruppo, i disegni del nastro di polvere da sparo sono noti come "uno dei più importanti corpi di disegni di Ruscha" (L. Turvey, Edward Ruscha: Catalogue Raisonné of the Works on Paper, Volume 1, 1956-1976, New Haven, 2014, p. 23), offrendo l'opportunità di scoprire un lato più intimo della ricerca dell'artista, dove "Clock" rimane un esempio particolarmente significativo e una manifestazione visiva della dichiarazione di Ruscha: "Mi piace l'idea che una parola diventi un'immagine, che quasi lasci il suo corpo, per poi tornare e diventare di nuovo una parola" (E. Ruscha, citato in L. Turvey, ibid., p. 39).
Le lettere si ergono appena un po' al di sopra della superficie, dove sottili ombre suggeriscono che sono state illuminate da una fonte di luce sconosciuta, stranamente luminosa anche se non è presente alcuna luce percepibile. Le lettere riempiono la parte del foglio rettangolare, disposte leggermente in diagonale come se fossero viste da una strana prospettiva. Questa drammatica orizzontalità è un aspetto di alcune delle opere più importanti di Ruscha di questo periodo.
Facendo parte di una generazione di artisti della West Coast che negli anni Sessanta reinventarono le possibilità del disegno, Ruscha rivitalizzò il genere incorporando immagini strane e materiali insoliti. A partire dall'inizio del 1967, Ruscha realizzò diverse opere su carta che presentano singole parole rese con una sorprendente tecnica trompe l'oeil, come se fossero fatte di pezzi di carta arricciati. La polvere da sparo, scelta come medium, era particolarmente adatta al metodo dell'artista, che utilizzava batuffoli di cotone e cotton fioc per applicare il materiale in polvere sul foglio. "Una volta ho immerso della polvere da sparo nell'acqua", racconta Ruscha, "e ho visto che separava tutto il sale. L'ho fatto come esperimento. La polvere da sparo è in granuli. Ho capito che sarebbe stata un'ottima scelta; poteva infatti impregnarsi sulla carta. Si poteva usare quasi come il carbone... La grafite era molto più laboriosa, ma aveva una sensazione del tutto diversa... Quindi la polvere da sparo era semplice, era facile da usare". (E. Ruscha, citato in A. Schwarz (a cura di), Leave Any Information at the Signal, Writings, Interviews, Bits, Pages, Cambridge, 2002, pp. 155-56).
Ed Ruscha, Clock, 1968
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